Il progetto sui RESTARE maturato nel lockdown
all'interno delle Palestre di Teatro
è diventato UN'INSTALLAZIONE ARTISTICA
NEL VIVO CHE C'E': restare e restituire
Visto da Paolo Luigi Bogo
(pubblicato su La Guida n.40 giovedi 24 settembre- Visto con voi)
LE PAROLE E I LUOGHI del LOCKDOWN
Le Palestre di Teatro curate a Boves da Elisa Dani sono i corsi di teatro per principianti più anomali della nostra zona.
Raccomandate a chi nel teatro cerca un'esperienza più esistenziale che
ludica, in questi anni hanno presentato al pubblico spettacoli
suggestivi e visionari, ma soprattutto molto partecipati da chi li
interpretava.
Più maieuta che regista, Elisa Dani non si è mai
preoccupata molto che lo spettatore capisse tutto, preferendo piuttosto
che egli intuisse l'intenso percorso personale degli attori.
Con le
"Palestre" chiuse per Covid-19, ne ha comunque stimolato i partecipanti
rimasti a casa, invitandoli a riflettere sul confinamento e a cercare
tutti gli utilizzi possibili del verbo "restare". Il risultato: 2500
espressioni, frasi o frammenti di discorso contenenti questa parola.
Reatare a casa, in silenzio, in ascolto, a meditare, a leggere, a
guardare dalla finestra, a guardare Netflix e così via.
Esternazioni
profonde, o quotidiane, tristi o allegre, ansiose o serene. Questa
lista ha ispirato "NEL VIVO CHE C'E': restare per restituire"
un'emozionante installazione audiovisiva presentata dal 14 al 20
settembre in un piccolo locale comunale di Piazza Italia a Boves.
Pareti nere. Quattro grandi schermi su cui scorrevano, con sequenze
sempre diverse, scritte basate sul verbo "restare" e immagini senza
volto degli allievi di Elisa, scattate durante il lockdown. Il tutto
trattato graficamente dalla brava Francesca Reinero. La colonna sonora,
nel frattempo, intrecciava musiche differenti con il susseguirsi delle
parole registrate dagli stessi partecipanti alle "Palestre".
Ogni 15 minuti due spettatori.
Ogni giorno differenti assemblaggi di espressioni tratte da questa
lunga lista e quindi differenti sensazioni e vibrazioni esistenziali.
Chi non si è perso questo evento ha ritrovato sicuramente analogie con
la propria personale esperienza. Parole, spazi di casa, oggetti, rumori,
paure. Ritrovati a sorpresa.
La Stampa (Cuneo)
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